venerdì 11 dicembre 2009

I danni della Satrapi


Persepolis, di Marjane Satrapi, è stato pubblicato oramai da un po' di tempo ed ha avuto modo di diventare un must per il fumetto, ritagliandosi un posto meritato tra quelle opere che dicono qualcosa di nuovo, o perlomeno lo fanno in modo nuovo o originale. Tale è stato il successo che la storia è diventata anche un film animato, ed è stata riproposta più volte in collane, in nuove edizioni, cartonata, brossurata e così via, una sorta di miniera d'oro in questo italico sparuto paesaggio fumettistico.
Poi è nel novero delle cose che quando una strada porta ad una miniera d'oro venga percorsa da molti, ma se tra i molti non c'è la scintilla è difficile che quello che nella miniera si trova differisca da un banale scimmiottamento.
E' il caso, purotroppo, di "La mia circoncisione" di Riad Sattouf (Comma 22, cartonato, 104 pagine a colori, 14 euro). La base della storia è semplice: le impressioni di un ragazzino siriano alla vigilia della sua circoncisione, vissuta con l'animo del bimbo uguale a quello degli altri bimbi di qualsiasi luogo del mondo ma che si trova a vivere nella Siria dell'antisemitismo e della scuola omologatrice, tra genitori infastiditi e miti occidentali vissuti attraverso il filtro del Medio Oriente. Ed in questo c'era già un ottimo presupposto per poter narrare qualcosa di interessante e illuminante per le nostre menti occidentali, di fanciulli cresciuti senza paura di avere un pezzo di pisello tagliato, in un sistema che per le nostre conoscenze è il migliore possibile. Sattouf, come la Satrapi, narra la propria esperienza di vita quotidiana attraverso vignette semplici e dal tratto infantile, senza una costruzione organica della tavola, quasi fossero appunti presi dal protagonista nello stesso momento narrato. E a mio giudizio il confronto con l'opera della Satrapi si ferma qui.
Il racconto de "La mia circoncisione" ci fa purtroppo solo sfiorare una vita quotidiana vissuta insieme ai suoi coetanei nel mito del Conan di Schwarzenegger, alla ricerca della way of life di cimmeriano stampo, che si scontra con i genitori inesistenti, con un sistema scolastico omologativo e repressivo, con un antisemitismo viscerale e assoluto.
Tanto in Persepolis la levità del tratto e della narrazione erano sottolineatura della gravità del narrato, creando un contrasto brutale e per questo efficace, quanto in questo fumetto danno invece una idea di carezza (non affettuosa, ma neanche graffiata) ai ricordi dell'autore. Manca una discesa in profondità in quello che è descritto, manca il senso dello stupore che invece poteva e doveva esserci davanti all'idea di ciò che i fanciulli vivono nella storia e che resta appunto semplicemente un'idea e non colpisce, non scava nelle nostre menti, non si radica nei ricordi.
In questo modo "La mia circoncisione" resta un piccolo esercizio di stile, l'ennesimo nato sulla scia del lavoro della Satrapi e che per l'ennesima volta non funziona: del libro alla fine resterà solo l'immagine di ragazzini che pensano ai propri piselli a forma di proboscide di elefante o di fungo.
Probabilmente quando la vetta della montagna è troppo alta occorre uno scalatore dalle capacità fuori dal comune per raggiungerla e magari superarla, spostando un po' più in alto la cima. In questo caso il danno di Marjane è stato quello di aver posto la quota troppo in alto, e fino ad oggi gli scalatori si sono rivelati normali, fermandosi al campo base.

Nessun commento:

Posta un commento