venerdì 27 novembre 2009

The Boys - I Ragazzi di Ennis



Dire Garth Ennis e pensare ad un certo stile fumettistico è tutt'uno. Il modo insieme violento e divertente, fortemente connotato da pesanti riferimenti sessuali ed allo stesso tempo quasi puro di raccontare a cui questo autore ci ha abituato nel tempo, con personaggi e serie oramai di culto come The Preacher, Hitman e The Punisher si ripresenta ancora una volta, puntuale, con la collana The Boys.
Grazie anche alle splendide matite di Darick Robertson (quello di Transmetropolitan, per restare in tema di grandi fumetti), Ennis ci trasporta in un mondo in cui esistono persone dotate di superpoteri, ma che non sono casti e puri come normalmente siamo abituati a leggerli. Come ogni uomo di questa terra, anche loro sono vittime delle loro pulsioni e corruzioni, e dietro la facciata pulita spesso si nascondono individui abietti e gretti. L'idea di Ennis è quella di far controllare i controllori da un gruppo di persone che vigilino per evitare esagerazioni. Questi sono appunto The Boys, un insieme di individui particolarissimi che formano una squadra segreta alle dipendenze della CIA.
La serie, inzialmente pubblicata negli Stati Uniti dalla Wildstorm, fu bloccata al sesto numero a causa dei contenuti, ritenuti non adatti alla linea editoriale della DC Comics, casa editrice della quale la Wildstorm fa parte. Successivamente Ennis si accordò con la DC per poter continuare la pubblicazione con un altro editore, e così la serie ha potuto continuare a vedere la luce grazie alla Dynamite Entertainment, ed anche grazie alla DC Comics che ha concesso a Robertson una deroga al contratto di esclusiva che lo lega a loro per poter continuare a disegnare The Boys.
Attualmente pubblicati in Italia da Panini nella collana "Collezione 100% Cult Comics", The Boys è arrivata alla quarta uscita, ossia al numero 18 della serie regolare. Secondo dichiarazioni dello stesso Ennis, i numeri del ciclo dovrebbero essere circa settanta.
Lo spirito di Ennis traspare in ogni battuta, in ogni personaggio che si muove in questo mondo supereroistico ma adulto, dove nessun buono è buono fino in fondo e chiunque ha un segreto da nascondere. Negli USA la serie ha raggiunto un discreto successo, tanto che nel 2008 si è parlato di una possibile trasposizione sul grande schermo da parte della Columbia Pictures, seguendo la moda che oramai rende quasi obbligatoria il passaggio cinematografico per gli eroi dei fumetti.
I quattro fascicoli pubblicati in Italia dalla Panini dovrebbero essere tutti rintracciabili sul mercato, ed è comunque prevista la riproposizione dei numeri 2, 3 e 4 entro febbraio 2010, quando uscirà il quinto albo della serie. Se vi sono piaciuti The Preacher o Punisher, il mio consiglio è di procurarseli per tempo così da leggere la serie tutta di un fiato, per avere in scaffale una bella storia divertente e ricca di trovate, che diverrà nel tempo un altro piccolo classico "alla Ennis".

mercoledì 25 novembre 2009

E a Pescara nasce un Circolo

E' nato il Circolo Amici del Fumetto di Pescara, dall'iniziativa di un gruppetto di appassionati decisi a dare una spinta in più alla diffusione di questa nostra comune passione per la meravigliosa nona arte.
L'annuncio, e tutte le successive comunicazioni, le potete trovare qui

venerdì 13 novembre 2009

Magneto - Testamento


Uscito un po' in sordina alla fine del mese di ottobre, giusto in tempo per Lucca, questa ennesima opera Marvel che vede alle matite il nostro Carmine Di Giandomenico (sulla sceneggiatura di Greg Park coadiuvato da Simons Warren) è a mio giudizio uno dei migliori 100% Marvel pubblicati quest'anno, e probabilmente anche da qualche tempo più in la.
"X-Men: Magneto - Testamento" (Panini Comics, collezione 100% Marvel, 128 pp. 12,00€) narra le origini di Magneto quando era ancora Max Eisenhardt, un piccolo ragazzo ebreo che cresceva con la propria famiglia nella Germania nazista. Pur parlando di uno dei principali mutanti della galassia X, la particolarità della narrazione è proprio quella di non mostrarci un mutante, ma in realtà un diverso. Diverso perché ebreo tra gli ariani, e non perché un gene mutante gli pemette di fare cose che agli umani sono negate. Umano come gli altri viene perseguitato ed oppresso fino alle più tragiche conseguenze perché qualcuno aveva deciso che umano non era. E' in questa esperienza tragica e assoluta che Park fa germogliare in colui che diverrà Magneto il disprezzo e l'odio per il genere umano, e che lo porterà a divenire il personaggio che tutti conosciamo. La storia si dipana dal 1935 al 1945 tra Berlino, Varsavia e Auschwitz, in una atmosfera pesante di odio e amicizie tradite, di grettezza e altruismo che rendono la storia funzionante, peraltro inserita perfettamente nel contesto storico reale grazie alla collaborazione con l'istituto Wiesenthal ed alle numerose e dettagliate ricerche storiche effettuate dagli autori.
I disegni di Di Giandomenico, qui in uno stato di grazia, rendono perfettamente nel tratto e nei colori la drammaticità della storia. Il senso di claustrofobica inermità dei personaggi è reso al massimo nella scansione regolare delle vignette, senza sbordature ne sovrapposizioni così da comunicare il rigido evolversi delle cose, impossibilitato a sfuggire ad un destino che sembra scritto e ineluttabile. Le inquadrature drammatiche, gli spledidi colori monocordi e polverosi, i testi così aderenti ad una realtà che purtoppo conosciamo bene funzionano all'unisono in modo perfetto per rendere la tensione della storia vibrante e senza soluzione di continuità fino all'ultima tavola. Una volta preso in mano il volume sarà difficile posarlo senza essere arrivati alla fine di questa storia struggente.
Un'opera che deve essere letta e riposta nei propri scaffali, da riprendere di tanto in tanto e rileggere. E magari da far leggere a qualche ragazzo al posto di testi scolastici un po' barbosi, in un periodo di revisionismo storico che fa capolino grazie all'allontanarsi dei giorni tristi, ed al disperdersi della memoria. Se il fumetto può servire anche a questo, ben venga.

martedì 10 novembre 2009

Le X-(wo)Men di Manara e Claremont


Ossia Quando due Maestri si incontrano producono... un flop.
Annunciato come l'Evento dell'anno sull'ultimo numero di Anteprima, il fumetto (X-MEN - RAGAZZE IN FUGA, Panini Comics, 68 pp. 12,00 €) scritto da Claremont e disegnato da Manara è finalmente arrivato sugli scaffali delle fumetterie, in una elengante veste cartonata di grande formato. 48 pagine in bianco e nero (l'edizione a colori è prevista per il 2010) con un insieme di redazionali che servono a magnificare il tutto.
Essendo io un grande fan di Milo, e un discreto appassionato di supereroistica (nonché facile a cedere alle grazie muliebri), affascinato dal disegno in copertina mi sono appropriato di una copia dell'evento, e l'ho posto in cima alla pila dei leggendi.
Risultato... mediocre. La storia, scritta da Claremont espressamente per le possibilità grafiche di Manara, si poggia su un plot farinoso, un'avventura riservata alle sole componenti femminili degli X-Men dove queste perdono i poteri, e devono cavarsela con le sole forze fisiche e l'intelligenza. Il meccanismo purtroppo non gira, molte cose non si capiscono o sono forzatamente piegate alla bisogna, e certi personaggi sono davvero poco credibili.
Per la parte grafica poi, che è la vera molla commerciale dell'operazione, ho sentimenti contrastanti. Adoro il segno grafico di Manara, trovo che abbia un modo di disegnare che rende sensuale anche una facciata di una palazzina di alloggi popolari, e anche in quest'albo non si smentisce. Le protagoniste sono sensualissime, in ogni vignetta sembrano sfilare, danzare, giocare a sedurre o a sedursi. Molte pose danno proprio l'idea di rapporti tra le protagoniste che vanno oltre l'amicizia ed il cameratismo. E in un fumetto erotico ci sarebbe stato benissimo, ma in un albo così? sembra che Miele e le altre eroine manariane siano state trasportate di peso in quelle tavole, tanto nei tratti somatici che nelle pose e situazioni.
E' strana questa sensazione contrastante data dal piacere del tratto di Milo, sicuramente splendido, e il riconoscere che con quella storia non c'entra nulla. Avrei preferito ad esempio che si fosse raccontato della vita privata delle eroine, magari. Di qualche avventura amorosa vissuta dietro le quinte dell'Istituto Xavier, o qualsiasi altra cosa, ma così non funzionano.
Insomma, un albo che può essere preso per completezza della collezione, o per godere comunque dei disegni di un Manara sicuramente in forma, o per la curiosità di capire come si possa fare flop pur essendo dei maestri riconosciuti nei propri settori.
Se si vuole comprare per godersi una storia, il mio consiglio è di spendere quei soldi in modo diverso. Ad esempio comprando Atomic Robo, sicuramente più valido, divertente e fresco.
Il dramma è che io già lo so che nel 2010 comprerò anche la versione a colori... ebbene si, lo ammetto, le donnine di Manara sono più forti del mio senso critico...