mercoledì 20 gennaio 2010

Ancora una collaborazione


Ancora una volta gli amici di Collezioneggio hanno avuto la bontà di pubblicare sul loro splendido sito un articolo a mia firma, questa volta dedicato ai 50 anni di vita di Asterix e compagnia.
Se siete interessati lo trovate qui.

martedì 12 gennaio 2010

Guerra di fantasia, ma non troppo


Grazie alle festività natalizie ed all'aumentato tempo da poter dedicare alla lettura, la torre dei leggendi si è abbassata di una buona misura. Insieme allo scampato pericolo di crollo la cosa mi ha regalato la lettura di alcuni ottimi fumetti, e tra di questi voglio segnalarvi la serie DMZ, pubblicata negli States dalla DC Comics sotto l'etichetta "adulta" Vertigo, e distribuita in Italia dalla Planeta De Agostini.
DMZ sta per "Demilitarized Zone", ossia una sorta di terra di nessuno.
Brian Wood immagina in questo fumetto che gli Stati Uniti siano alle prese con la seconda Guerra Civile, esplosa tra il governo e una nutrita parte della popolazione, coalizzatasi contro i propri governanti accusati di aver trascurato la propria Nazione per tener dietro alle guerre ed ai conseguenti affari economici che come "poliziotti del mondo" hanno perseguito un po' ovunque. Conseguenza di questa situazione è una vera e propria guerra civile, che nel fumetto viene ambientata in una Manhattan trasformata in una zona di guerra che vede opporsi le due fazioni in una lotta senza esclusione di colpi, un susseguirsi di azioni e reazioni feroci e sanguinose.
In un racconto che dietro la guerra di fantasia cela neanche troppo velatamente i conflitti sociali e le tensioni realmente palpabili negli States di oggi, la scelta di ambientare il tutto in una Manhattan trasformata in una unica Ground Zero è fortemente evocativa del crollo della certezza dell'intoccabilità che aveva cullato gli USA per tanto tempo, ma che qui trasforma il nemico da esterno alla nazione in una parte della stessa, accecata dal profitto e dalla bramosia di potere.
La contrapposizione tra gli Stati Uniti d'America e gli Stati Liberi d'America è descritta da un giornalista free-lance che ha scelto di vivere il suo personale Ground Zero per poter raccontare la verità. E questa è un altra delle chiavi di lettura dell'opera, quella della richiesta pressante di un giornalismo come mezzo per la testimonianza della verità, con il giornalista non schierato ma assolutamente fedele nella descrizione dell'avvenimento accaduto. E i protagonisti di questo fumetto che si muovono sullo sfondo di una guerra di fantasia rappresentando i problemi reali di una nazione tra obblighi morali, ricerca del profitto e ragioni di Stato sono la testimonianza e la denuncia dei problemi quotidiani che gli Stati Uniti rischiano di perdere di vista, correndo il rischio di ritrovarsi un giorno davanti ad una situazione non troppo lontana da quella narrata, anche se magari esplicitata in modo diverso. Devo dire che tra l'altro trovo tristemente deprimente il parallelismo tra molte delle denuncie qui descritte verso la società americana e la situazione di casa nostra, a testimonianza che da una parte tutto il mondo è paese, e dall'altra che un certo modo di fare politica e perseguire un modello economico e sociale comporta gli stessi rischi, in qualsiasi nazione si pongano in essere.
Efficacemente illustrata dai disegni dell'italianissimo Riccardo Burchielli la serie è arrivata attualmente in Italia al sesto numero (ogni fascicolo raccoglie un ciclo di storie pubblicate negli States), e la tesione narrativa è sempre alta, senza tentennamenti, sempre efficace e interessante.
Il mio consiglio è di procurarsi i fumetti e trovare un po' di tempo per leggerli, e un altro poco di tempo per rifletterci su.